Doro Gjat, il rapper con la Bianchina

27 gennaio, 2016 | Daniele Boltin

Doro Gjat con la Bianchina in Vai Fradi.

Doro Gjat con la Bianchina in Vai Fradi.

Rap e auto d’epoca? Due concetti che sembrano molto lontani. E forse lo erano, perché nell’immaginario comune siamo abituati a vedere video di rapper con macchinoni, abbigliamento con accessori imbarazzanti e testi che scimmiottano la vita di strada.
Abbiamo trovato un rapper che non si fa vedere con un Suv gigante, ma con la Bianchina. Non è metropolitano, ma viene dalla montagna. Il suo slang è il friulano.

Si chiama Doro Gjat (al secolo Luca Dorotea), e il video girato per la canzone Vai Fradi non può passare inosservato per gli appassionati di auto d’epoca. C’è un corteo dove sfila un po’ di tutto, dal Volkswagen Bulli all’Alfa Romeo Giulietta.
Parlare di rap in un magazine di auto d’epoca era doveroso. Per le macchine, per la musica e anche per la terra. Doro Gjat infatti arriva dalla Carnia, e Quartamarcia, seppur concepita a Milano, nasce e cresce in Friuli. In pianura però.

Una domanda sorge spontanea: perché girare un video con queste macchine? L’unica soluzione per trovare una risposta era intervistarlo, e chiederlo direttamente a lui.
«Sono cresciuto in mezzo alle auto d’epoca – racconta Luca – perché mio papà è un grande appassionato. Ricordo ancora di quando mi ha raccontato del suo primo acquisto: una Topolino, pagata 99.000 lire. L’idea di utilizzare le sue per Vai Fradi è venuta alla mia fidanzata, così l’abbiamo fatto».

Vittorino Dorotea alla guida della Willys.

Vittorino Dorotea alla guida del Willys.

Il padre di Luca, Vittorino (nel video è alla guida della Willys) di sicuro è molto generoso. Perché ha messo la sua collezione nelle mani di altri. «Abbiamo fatto tutto in sicurezza – spiega Doro Gjat – e scelto con cura gli autisti. Nei giorni prima di iniziare le riprese abbiamo anche fatto dei corsi di doppietta!».
La macchina più “maltrattata” però è stata la Bianchina. «È un’auto incredibile, l’abbiamo strapazzata sulle strade di montagna andando sempre in prima o in seconda, ma non ha mai ceduto».
Quindi, la scelta di questa auto storica è precisa: «Serviva una cabriolet elastica, che bucasse lo schermo. E che evidenziasse la contrapposizione che voglio trasmettere: è un modo di differenziarsi dalla massa. Fa parte del gioco».

Questa scelta, di «usare qualcosa di vecchio per fare qualcosa di nuovo», di sicuro non passa inosservata. E racconta a tutti il Friuli, quel pezzo d’Italia così lontano.

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2 commenti

  1. andy ha detto:

    Quartamarcia le scova davvero tutte.. complimenti a Voi e al Doro! Vai fradi 😉 e in un altro suo video compare pure na Golf..

  2. Marica ha detto:

    Bravo luca e proprio originale! Un bacio da piovene rocchette.

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