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Due chiacchere con Giugiaro e Pininfarina

Giugiaro e Pinifarina ad Auto e Moto d’Epoca.

In un Salone di auto d’epoca, a fare la parte del leone è il design. E nel più grande evento d’Italia, ovviamente ci devono essere i migliori del settore.
E così è successo ad Auto e moto d’Epoca 2015 a Padova, dove ad aprire la manifestazione sono arrivati Paolo Pininfarina e Fabrizio Giugiaro.
Abbiamo fatto due chiacchere con loro, subito dopo un evento che ha raccontato che cos’è il design oggi, che cos’era ieri e soprattutto il significato che ha l’automobile.

Un concetto base lo dice Pininfarina, quando spiega che all’edizione 2015 del Salone di Francoforte sono piovute critiche per l’eccesso nelle macchine, con troppe linee. Secondo il designer piemontese i grandi maestri sono essenziali, riescono a disegnare dei capolavori con poche linee.

La bellezza deve continuare, perché è il valore che fa la differenza. Per questo, Pininfarina vorrebbe creare un nuovo modello di business guardando indietro. Un ritorno al passato, quando erano i clienti facoltosi a finanziare lo sviluppo di un’auto, di una fuoriserie.

A complicare le cose, però, c’è anche il marketing. Gli stessi designer ammettono che ci sono dei modelli che vengono decisi durante alcune riunioni marketing e non nei centri stile. E Giugiario dà una giustificazione a questo fatto: «Noi – spiega – dobbiamo anche tener conto del fatto che c’è molta gente che non ha gusto come noi designer. E le aziende vogliono che si tenga conto anche di questa fascia di mercato quando si producono le automobili».

Ma come è sempre stato nella storia dell’automobile, il marketing mediocre guarda alla domanda, quello d’eccellenza pensa all’offerta. Parola di Pininfarina.

Dopo aver parlato con questi due designer, abbiamo fatto conoscere Giugiaro ai ragazzi dell’Alfasud Club Italia. Che da oggi hanno un nuovo socio onorario: Giorgetto Giugiaro.

I ragazzi dell’Alfasud Club Italia consegnano la tessera onoraria a Fabrizio Giugiaro, figlio di Giorgetto.

Daniele Boltin:

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