Fiat 126 Bis, al desiderio non si resiste

8 febbraio, 2017 | Redazione

La Fiat 126 Bis di Michele Tursi.

Fiat 126 Bis.

Fin da piccolo ho avuto un legame con le Fiat 126 (leggi la storia di questa citycar all’italiana), in particolare sono ben tre che ricordo perfettamente: la prima serie e la fsm di zia Anna, e la Personal 4 rossa di mio zio Vincenzo.
Però, quella che salta subito alla mente quando si parla di 126 (auto che piace anche a Tom Hanks) è sicuramente la primissima della zia, era l’auto quotidiana (e penso che abbia avuto moltissimi proprietari) da usare senza troppi fronzoli in città, (affiancava l’auto della domenica che era una Fiat 128 blu fiat berlina due porte con gli interni in panno rossi e similpelle conservata gelosamente in garage).
Si quella 126 due particolari fanno sorridere a distanza di oltre 30 anni. Lo scotch che “legava” a fine vita il lunotto posteriore con quel che rimaneva della carrozzeria e il rifiuto da parte di un campo rom della 126 come regalo!
Quella 126 ha concluso così la sua vita a inizio anni ’80 con la demolizione.

Poi c’è stata una seconda 126, la Fsm (versione polacca costruita nella Fabryka Samochodów Małolitrażowych), comprata nuova nel 1986 presso la storica concessionaria Fiat Fratelli Giotta, in cui tutta la famiglia acquistava le auto nuove.
Era nel classico blu pastello medio. La macchina era un vero e proprio gioiellino, e per uno strano scherzo del destino è stata lei a sostituire la 128 che a causa di un grave incidente è stata demolita, diventando così per un breve periodo l’auto della domenica. Ma era anche la piccola macchinetta con cui mia zia veniva a prendermi alle scuole elementari.

Michele Tursi.

La terza che ricordo era la 126 Personal (leggi la storia di questa rara versione Silver) rossa di zio Vincenzo, presa attorno al 1980 da affiancare a una Fiat 125 Special (altro gioiellino a cui lo zio teneva tantissimo, anch’essa blu fiat con gli interni in panno rosso) ed era usata dai miei cugini, di questa personal ricordo una “sgridata” che mi fece mio zio perché avevo il vizio di giocare con il pulsante gommoso del lavavetri, situato nella parte centrale della plancia.

I sedili e il volante della Fiat 126 Bis.

Gli interni.

Già dalla fine degli anni 80 (all’epoca avevo circa 10 anni) mi aveva sempre affascinato l’idea di una macchina così piccola con due bagagliai e ben di più ero convinto che avessero spostato il motore davanti. Beata ingenuità fanciullesca.
Così dopo alcuni decenni, praticamente 3, ho iniziato la ricerca di una Bis, con l’unica condizione che fosse rossa. Mesi e mesi di ricerca, fino a quando l’ho trovata, ma neanche vicino a casa.
Da Torino, bisognava andare a vederla nella più sperduta provincia milanese, dalle uniche foto sembrava una bella vetturetta, due proprietarie (zia e nipote), poco meno di 39.000 km.
L’annuncio riportava come prezzo 1.000 euro. Così ho chiamato e mi sono fatto raccontare la storia.

La missione poi è passata in mano all’amico Filippo, residente nel milanese, che è andato a darle un occhiata. Il responso è stato “discreto”.
Il danno più importante era la testata, completamente ko, così ho ricontattato la proprietaria offrendole 425 euro.
La signora ha accettato e così dopo 30 anni una 126 è tornata nella mia vita!

Il retro.

Una volta a casa, sono iniziati i lavori e, oltre alla testata ho sostituito la frizione e installato un nuovo radiatore originale Fiat. Una corposa lucidatura ha ridato vita al rosso, ma c’erano ancora due particolari che non mi soddisfacevano, l’unico specchietto retrovisore e i paraurti anteriore e posteriori erano ormai sbiancati.
Così mi sono messo alla ricerca, e a pochi metri da casa in un vecchio ricambista ho trovato lo specchietto sinistro e destro originali. Da Cristiano, un amico appassionato di 126, sono arrivati i paraurti nuovi.
Poi, una volta installati autoradio e accendisigari, la piccola 126 ha ripreso vita. La prima uscita è stata abbastanza dura, e la macchina ha superato un rodaggio di 380 km senza nessun tipo di problema.
Da quel giorno del 2014 è diventata parte integrante della mia scuderia di storiche insieme a una Fiat 131 Supermirafiori e una Lancia Prisma 1.6. Purtroppo un giorno me ne dovrò separare, a causa del poco tempo che ho da dedicarle, ma forse quel giorno è ancora lontano e continuo a godermela all’apertura del garage. Mi osserva così con i suoi occhietti che sembrano dire: «Non vendermi, non mi abbandonare».

Michele Tursi


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3 commenti

  1. Michael Jordan ha detto:

    Tutto questo non ha senso, sei una pazza

  2. bob ha detto:

    Mah , delle tre terrei la 131s …

  3. Angelo ha detto:

    mettila a metano , consumerebbe meno di una elettrica . cerchietti in lega aperti leggerissimi . i paraurti li togli . il cofano anteriore è brutto , lo fai in resina in stile sportivo che segue linea fari . due sedili racing RECARO usati che tolgono dai relly per fine vita , radiatore olio sotto targa anteriore . fascione posteriore aperto con retina fuoriuscita aria calda , prese naca sulle feritoie laterali . se non bastasse raffreddamento aggiungi due radiatorini sulle prese naca laterali o uno sul tetto camuffato con alettone . ottieni un miniveicolo più bello del mondo marchiato FIAT

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