La jeep Sovietica lascia a piedi Fidel Castro

5 dicembre, 2016 | Daniele Boltin

Fidel Castro.

I militari spingono la jeep.

Vi chiederete: cosa c’entra Fidel Castro con le auto d’epoca? Cuba ha un grande legame con le auto storiche, grazie all’embargo che ha creato enormi difficoltà per la popolazione e uno scenario unico al mondo come impatto visivo.
Ma, oltre alle tantissime automobili anni ’50 americane, che erano nel Paese prima delle rivoluzione e sono poi diventate uno dei simboli della stessa Cuba, il regime per anni ha avuto un rapporto diretto e privilegiato con l’Unione Sovietica.




Forniture di ogni tipo, e anche autoveicoli. Tanto che le ceneri del defunto Lider Maximo sono state portare in corteo su una jeep militare UAZ 3151. Il mezzo, costruito oltre la cortina di ferro chissà quanti fa, durante la processione ha smesso di funzionare. Sì, si è piantato. E ha costretto i militari che accompagnavano l’urna a spingerlo lungo la strada.

Il corteo.

Il corteo.

Molti media americani hanno visto questo fatto come l’epilogo simbolico di uno dei più controversi dittatori del ventesimo secolo. E se neanche la semplicità dei mezzi sovietici riesce a garantire un trasporto a bassa velocità, si chiude veramente un’epoca, iniziata con la produzione della Fiat 124 russa, la Lada Zighuli, che poteva andare ovunque. Ed è andata ovunque, durante i suoi 42 anni di produzione.

Comunque, questo fuoristrada UAZ ce l’aveva quasi fatta a compiere la sua missione: portare le ceneri di Castro dall’Havana fino a Santiago de Cuba, dove il rivoluzionario è stato poi tumulato. Però, una volta arrivati nella città di destinazione, il fuoristrada ha deciso di spegnersi.
Che sia l’inizio dell’avvento dell’elettronica sui veicoli anche nell’isola?


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