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Volvo 240 Turbo, il mattone volante

Volvo 240 Turbo

L’avevano soprannominata “il mattone volante” per la sua estetica, poco aggressiva a differenza del motore. La Volvo 240 Turbo, poteva anche avere un nome che faceva ridere, ma negli anni ’80 è stata un vero e proprio missile nelle corse automobilistiche, e a distanza di tre decenni non è stata dimenticata.

Tutto è iniziato nel 1981, quando la casa automobilistica svedese ha lanciato il modello 240, montando anche un motore 2.1 litri con una potenza di 155 cavalli (leggi qui l’articolo sulla storia della Volvo 240).
Partendo da qui, Volvo ha deciso poi di entrare nelle corse con questa macchina, e ha realizzato una versione speciale apposta per poter competere nel Gruppo A.

L’iscrizione a questo gruppo prevedeva delle regole ben precise. Ad esempio, dovevano essere prodotte almeno 5.000 macchine di questo modello ogni anno, che dovevano anche avere un minimo di quattro sedili a bordo. Il peso in ordine di marcia dell’autovettura, invece, doveva essere calibrato a seconda della potenza del motore.

La 240 Turbo in gara.

Nel 1984, l’azienda svedese è entrata nel mondo delle corse, e con la Volvo 240 Turbo ha vinto due manifestazioni: l’evento di categoria ETC a Zolder, in Belgio, e la gara DTM a Norisring, in Germania.

L’anno successivo, il 1985, è stato quello dei più grandi successi per Volvo. I vertici dell’industria avevano infatti deciso di investire a pieno regime nel mondo delle corse (erano anni in cui le vittorie in moltissime categorie portavano una grande celebrità ai marchi) e chiamarono due squadre per correre come team ufficiali: si trattava della svizzera Eggenberger Motorsport e della svedese Magnum Racing.

Una “radiografia” della macchina.

In quell’anno, la Volvo 240 Turbo ha vinto le categorie ETC, DTM oltre ai campionati touring in Finlandia, Portogallo e Nuova Zelanda.

Così il mattone volante è diventato leggenda. Pensate che sotto il cofano, questo bolide del Nord Europa montava sì un motore di 2.1 litri. Ma la potenza era veramente esagerata: la macchina veniva spinta da 300 cavalli, che le consentivano di raggiungere una velocità massima di circa 260 chilometri all’ora.

Redazione:

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