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Il restauro completo della Porsche 924 GTP

Porsche 924 GTP.

Anche se la 911 è il modello che da solo può rappresentare il marchio, Porsche è una casa automobilistica che si è spinta a innovazioni in molti campi. Alcune sono apprezzate, altre meno, ma la storia dell’automobilismo passa anche da qui.
No, non stiamo parlando del Cayenne (molto più interessante il 597, vero fuoristrada) ma di un’auto da corsa che si è ritagliata il suo posto nella storia recente della corsa più famosa di sempre: la 24 Ore di Le Mans.



L’azienda di Stoccarda ha restaurato una storica Porsche 924 GTP con una storia particolare. Nel 1980, la casa automobilistica ha costruito tre veicoli per partecipare alla gara di endurance: uno per rappresentare la Germania, uno per gli Stati Uniti e uno per la Gran Bretagna.
E proprio quest’ultimo, che è stato l’unico a marchio Porsche a “battere” bandiera britannica, a distanza di 35 anni è tornato in vita, e in splendida forma.

Il lavoro è stato curato dalla divisione inglese di Porsche, che ha scelto di non far eseguire il restauro in Germania e ha diviso i compiti tra le varie filiali. Le sospensioni e i freni sono state messe a posto a Glasgow, il motore è stato rifatto a Swindon, il cambio a Hatfield e a Leeds l’impianto elettrico e idraulico.
La carrozzeria, invece, è stata fatta da Road&Race Restorations, una delle poche officine autorizzate da Porsche per fare questo genere di opere sulle auto d’epoca.

Al tempo, questa Porsche non è riuscita a vincere la 24 ore. Si è piazzata quinta nella classifica di categoria ed è arrivata al dodicesimo posto nella griglia generale di arrivo. In ogni caso, è stato un tassello molto importante nella storia del marchio Oltremanica, soprattutto in anni in cui il motorsport era un grande volano per la promozione dei modelli stradali (tra cui quello che ha salvato la vita alla 911).
Nel video che abbiamo pubblicato qui sotto, viene spiegato il restauro di questa Porsche 924 GTP, e si possono vedere anche gli spezzoni dell’epoca, quando rombava sulle piste.

Daniele Boltin:

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